INGHIOTTENDO LA CODA DEL BUE
Introduzione di Paolo Pagli, con uno scritto di Salvatore Giammusso
INGHIOTTENDO LA CODA DEL BUE
Ri-vivere un’antica storia zen: come rompere la chiusura dell’Essere in 10 movimenti
Si rimane stupiti dal coraggio e dall’audacia del tentativo: un altro continente, un altro tempo, solo l’esistenza, ancora per fortuna, del messaggio del passato.
Osserviamo che c’è stato bisogno comunque, oggi, nel secondo decennio del secondo millennio, anche di un commento esplicito, quando, in antico,
per l’immediatezza dei contesti, bastò una prefazione e un cenno a ogni immagine.
Il commento è sincronico, appassionato, mescola testi, testimoni e tempi diversi: maestri di ora e dell’epoca della composizione.
Il paradosso è quello di abolire il tempo mentre, contemporaneamente, si privilegia il tempo presente del rivissuto e della riscrittura.
Ma ci si allinea al tempo (che come, come si è visto, si è sfogliato in più secoli) della composizione perché la si rivive.
Una vera e propria rivoluzione, e così la proposta complessiva, questa, non è un’opera che si aggiunge alla bibliografia del bue e del pastore,
ma entra a far parte della storia del Bue e del Pastore, della loro storia.